Perché a mio figlio è venuto il piede piatto?
L’origine della comparsa del piede piatto nel bambino non è certa, può dipendere da svariati fattori e può essere anche espressione di compensi di deformità sovra segmentarie. Nella maggioranza dei casi, tuttavia, si tratta di una problematica ereditaria ed è un piede piatto flessibile e facilmente correggibile.
Mi devo preoccupare se mio figlio ha il piede piatto?
Non tutti i piedi piatti sono fonte di dolore, alcuni sono ben tollerati e non necessitano di trattamento. Tuttavia non bisogna farsi ingannare dal fatto che il bambino non abbia dolore. Raramente il piede piatto in età infantile fa male e non si esclude che il piede possa diventare dolente in età adulta e con l’aumento del peso. Pertanto è sempre necessario sottoporre un bambino con il piede piatto a visita specialistica.
Ma non è sufficiente indossare un plantare per correggere il piede piatto?
Purtroppo no. Il plantare può essere efficace nella prima infanzia, ma dopo i 7 anni diventa sostanzialmente inutile ed anzi maschera una eventuale sintomatologia. E’ pertanto opportuno smettere di indossarlo e ascoltare il bambino se si lamenta di una facile affaticabilità o fastidi ai piedi.
Ma l’età ideale per una visita qual è?
L’età ideale è all’approssimarsi degli 8 anni. In quanto l’età migliore per eseguire una eventuale correzione del piede piatto è tra gli 8 e i 12 anni.
Ma perché devo sottoporre mio figlio ad un intervento se non ha grande dolore?
Il piede piatto è un piede che generalmente funziona male perché non è in grado di attivare un meccanismo ad elica di appiattimento per l’assaggio del terreno all’appoggio e cavizzazione per laspinta in avanti al momento della propulsione. In età infantile, con poco peso corporeo da sopportare, meccanismi di compenso ed articolazioni giovani e sane, il piede non fa male o molto poco. Ma aumentando di peso, prolungando nel tempo il malfunzionamento, le articolazioni si danneggiano e possono essere causa di dolori importanti.
L’intervento cui deve sottoporsi il bambino è uguale a quello che dovrà fare quando sarà maggiorenne, se decido di non operarlo?
No. L’intervento nel bambino è un intervento effettuato tramite un taglio di meno di 1 cm. Non si effettuano osteotomie (cioè nessun taglio e riposizionamento delle ossa) ma anzi, semplicemente, si introduce un tassello in materiale riassorbibile che corregge il piede e gli permette di crescere in posizione corretta, poi sparisce da solo. Questo metodo sfrutta così l’accrescimento del piede che si rimodella. Nell’adulto, poiché il piede non cresce più, è necessario correggere la posizione delle ossa in modo più invasivo.
E quanto deve stare fermo il bimbo dopo l’intervento?
Di solito sono sufficienti 3 settimane con uno stivaletto gessato sul quale può camminare. Poi potrà riprendere gradualmente la vita normale. Con il gesso può andare a scuola e se i piedi sono entrambi piatti si può effettuare l’intervento contemporaneamente.
E’ pericoloso?
Tutti gli interventi comportano rischi. Questo intervento però comporta prevalentemente i rischi legati all’anestesia, in quanto le complicanze della chirurgia in sé sono davvero scarse. Solo in rari casi il tassellino riassorbibile può dare fastidi nel tempo e necessitare di essere rimosso.
La fisioterapia dopo l’intervento è lunga?
In genere il bimbo può avere bisogno di una rieducazione al ciclo del passo, ma si tratta di una fisioterapia semplice e breve.